Questa seconda edizione delle Iscrizioni della Cirenaica greca (IGCyr) e delle Iscrizioni metriche greche della Cirenaica (GVCyr) aggiorna due corpora, pubblicati online nel 2017, il primo di tutte le iscrizioni provenienti dalla Cirenaica greca (secoli VII-I a.C.), il secondo dei testi metrici greci di ogni epoca provenienti dalla Cirenaica (VI a.C.-VI d.C.). Queste nuove edizioni critiche delle epigrafi cirenaiche fanno parte del progetto internazionale Inscriptions of Libya (InsLib). I corpora comprendono ora tutte le iscrizioni conosciute fino a febbraio 2024, provenienti da questa regione del Mediterraneo antico, sono riunite in un'unica pubblicazione accessibile online.
In questa sezione si trovano le informazioni introduttive e generali sul progetto IGCyr-GVCyr. In primo luogo è presentato il progetto nella sua genesi e nella sua appartenenza al progetto internazionale Inscriptions of Libya (InsLib); in secondo luogo si descrivono la composizione dei due corpora e le specifiche della pubblicazione digitale; in terzo luogo si tratteggia una breve storia della Cirenaica greca; in ultimo è delineata la storia degli studi archeologici ed epigrafici sulla Cirenaica.
Il progetto
Da tempo gli studiosi del mondo antico avvertivano la mancanza di un corpus completo delle iscrizioni della Cirenaica greca, che come tale non era mai stato realizzato. Le iscrizioni greche della Cirenaica arcaica, classica ed ellenistica si trovavano, in effetti, fino al 2017 disperse in molte pubblicazioni differenti e talvolta poco accessibili. Alcune edizioni di questi documenti erano, inoltre, ormai superate e numerosi nuovi testi si erano aggiunti nel tempo alla conoscenza della comunità scientifica. Dopo la pubblicazione online della prima edizione, sono stati individuati errori, nuovi ritrovamenti e frammenti precedentemente tralasciati erano in attesa di essere aggiunti, nuovi studi sono stati pubblicati, rendendo auspicabile una seconda edizione. In aggiunta, la creazione di EFES ha reso molto più semplice l’implementazione di un corpus epigrafico digitale.
Nel 2011 Catherine Dobias-Lalou, che è membro della missione archeologica francese in Libia dal 1976 e ne ha studiato le iscrizioni greche fin dal 1970, ha accettato di curare l'edizione critica di un corpus in EpiDoc delle epigrafi greche cirenaiche in collaborazione con studiosi delle Università di Bologna (Lucia Criscuolo, Alice Bencivenni) e Macerata (Silvia Maria Marengo, Gianfranco Paci), è stato compiuto un importante passo avanti nella storia degli studi sulla Libia antica.
Nello stesso anno il progetto Inscriptions of Greek Cyrenaica (IGCyr) è diventato parte del più ampio progetto internazionale Inscriptions of Libya (InsLib), che comprende le Inscriptions of Roman Tripolitania (all’epoca già online come IRT 2009 e ora aggiornato in IRT 2021), il progetto Inscriptions of Roman Cyrenaica (allora in preparazione e ora online come IRCyr2020), e gli ostraka da Bu Ngem (già disponibili sul sito Papyri.info e ora incorporati in IRT 2021). La collaborazione scientifica è stata siglata tra Charlotte Roueché, Catherine Dobias-Lalou e Lucia Criscuolo nel maggio del 2011 e coinvolge le Università di Bologna (Dipartimento di Storia Culture Civiltà), Macerata (Dipartimento di Studi umanistici), Sorbonne-Université Lettres (Centre de recherche sur la Libye antique) e il King's College London (Centre for Hellenic Studies e Department of Digital Humanities).
In seguito è stato progettato anche il corpus tematico Greek Verse inscriptions of Cyrenaica (GVCyr), che nasce come raccolta trasversale tra IGCyr e IRCyr. Comprende i testi metrici greci della Cirenaica greca e romana. Un completamento essenziale per i due corpora IGCyr e GVCyr, nonché un esito naturale dello studio condotto sulle iscrizioni, è, infine, la progettata pubblicazione della Prosopographia Cyrenaica.
Alice Bencivenni
IGCyr2 | GVCyr2
Il corpus IGCyr raccoglieva 920 iscrizioni provenienti dalla Cirenaica greca (secoli VII-I a.C.). La maggioranza di queste iscrizioni era già stata pubblicata in precedenza, talvolta in edizioni che potevano essere migliorate, mentre 125 erano inedite. IGCyr2 presenta ora 955 iscrizioni, totale che ne include 43 nuove e dal quale ne sono state soppresse 8 (in quanto associate ad altre iscrizioni o ricondotte ad altre epoche). Tra le nuove iscrizioni, 29 sono inedite. Il corpus GVCyr raccoglieva 56 iscrizioni metriche greche dalla Cirenaica greca e romana, di cui 8 inedite, che non erano mai state studiate insieme. GVCyr2 comprende 59 iscrizioni, di cui un frammento inedito. La vecchia numerazione delle iscrizioni non è cambiata, le nuove voci hanno nuovi numeri identificativi. Un buon numero di traduzioni arabe supplementari è proposto per la prima volta in questa edizione.
Una buona parte di questi testi è stata riedita da Catherine Dobias-Lalou che, come membro della missione archeologica francese in Libia, ha potuto studiare fin dal 1976 il materiale disponibile a Shahat (Cirene) e a Susa (Apollonia) e ha compiuto campagne più brevi a Tulmaytha (Ptolemais), a Tocra (Taucheira), a Benghazi (Euesperides/Berenice) e in altri centri minori. La lettura di alcuni testi è stata migliorata da Gianfranco Paci e da Silvia Maria Marengo, entrambi impegnati da tempo nello studio delle iscrizioni dalla Cirenaica, anche grazie all'apporto dell'archivio, custodito dall'Università di Macerata, che raccoglie i materiali degli epigrafisti della missione italiana. IGCyr2 beneficia ora di nuove acquisizioni, pubblicate e inedite, di Emilio Rosamilia, della missione dell’Università di Urbino, e delle più recenti scoperte della missione dell’Università di Chieti, guidata da Oliva Menozzi (epigrafista Stefano Struffolino). Il corpus GVCyr, nel quale i testi del periodo greco non sono i più numerosi, ha potuto usufruire della documentazione di Joyce Reynolds, comprendente un certo numero di inediti. Aggiungiamo a GVCyr2 due ritrovamenti recenti e un frammento precedentemente trascurato. Le iscrizioni composte di una parte in prosa e una parte in versi sono state inserite nel corpus GVCyr (fatta eccezione per GVCyr2 033 e IGCyr2 097100, che formano due voci distinte, e per GVCyr2 042 e IRCyr2020 C.415). La pubblicazione di tutte queste iscrizioni in un'unica nuova edizione critica online è stata resa possibile grazie a Lucia Criscuolo, ad Alice Bencivenni e all'Università di Bologna, che ospita le due edizioni dei corpora IGCyr-GVCyr.
La collezione comprende trascrizioni, calchi e immagini per la grande maggioranza dei testi epigrafici, conservati negli archivi del Centre de recherche sur la Libye antique della Sorbonne-Université Lettres, nell'archivio personale di Catherine Dobias-Lalou e negli archivi dell'Università di Macerata. Alcuni dei testi rimanenti sono illustrati in fotografie conservate presso gli archivi del Dipartimento libico delle Antichità di Shahat (Cirene), come pure negli archivi di altre missioni straniere. Catherine Dobias-Lalou ha potuto inoltre attingere agli archivi, generosamente messi a sua disposizione, del progetto IRCyr a Londra. Non sono state incluse, visto che fanno parte di altre raccolte, le iscrizioni dipinte su vaso (cf. il progetto AVI), le leggende monetali e i bolli su anfore e laterizi.
Il progetto Inscriptions of Greek Cyrenaica pubblica questo materiale sotto forma di due corpora digitali in EpiDoc accessibili online: IGCyr2 e GVCyr2, che possono essere consultati insieme o separatamente. La scheda di ognuna delle iscrizioni presenta la descrizione dei metadati, la bibliografia, il testo greco, l'apparato critico, la traduzione (inglese, francese, italiano e, per alcune, anche arabo) e un commento, insieme al maggior numero di immagini disponibile. I nuovi corpora sono presentati come due serie di documenti; ma, come per i corpora IRT e IRCyr, essi comprendono anche informazioni geografiche collegate a vari progetti raggruppati sul sito Heritage Gazetteer of Libya, sviluppato dalla Society for Libyan Studies (ora British Institute for Libyan and Northern African Studies) di Londra.
Alice Bencivenni
La Cirenaica greca
L'antica Cirenaica è la regione costiera orientale della Libia. Almeno a partire dal I secolo d.C. era nota anche come Pentapoli, i.e. la federazione di cinque città (Plinius, Naturalis Historia, 5.5.5): da ovest, Euesperides/Berenice (Benghazi), Taucheira/Arsinoe (Tocra, Tukrah), Barka/Ptolemais (Tolemaide, Tulmaytha), Cirene (Shahat), Apollonia (Susa). Queste città furono fondate da coloni greci e non arrivarono mai a controllare completamente il territorio circostante: molti villaggi e piccoli paesi sorsero nell'area lasciando tracce visibili ancora ai nostri giorni.
«La regione abitata della Cirenaica è caratterizzata per lo più dall'elevato altopiano del Jabal Akhdar (la Montagna Verde) che si spinge verso settentrione fino al Mediterraneo tra il Golfo della Sirte (la Gran Sirte) a ovest e le basse, aride terre costiere della Marmarica verso Alessandria. L'altopiano si eleva in due livelli, e mentre a ovest c'è un'ampia striscia costiera tra i piedi del Jabal e Benghazi, questa si restringe progressivamente in direzione nord-est e scompare quasi completamente dopo Ptolemais. Verso est il territorio si inclina più gradualmente e, poiché diventa più arido, gli insediamenti sono più radi verso Tubruq. ... Il Jabal Akhdar, composto per lo più da pietra calcarea, si eleva a più di 800 m s.l.m. e gode di piogge abbondanti più che ogni altra parte delle Libia... La vegetazione e il carattere generale del terreno ricordano più la Grecia e l'Asia Minore che la Tripolitania o altre parti del Nord Africa.» [Kenrick 2013: 1; trad. AB].
La Cirenaica fu originariamente occupata da una popolazione seminomade convenzionalmente nota come 'libica'. Contatti tra questa area e genti micenee e minoiche durante l'età del Bronzo sono attestate da scoperte sporadiche ma significative. La regione fu occupata da coloni greci a partire dal tardo VII secolo a.C. I primi colonizzatori erano Greci provenienti dall'isola egea di Tera guidati da un certo Aristoteles che, dopo due infruttuosi tentativi nell'isola di Platea al largo della costa libica e nel vicino sito di Aziris, si stabilì definitivamente nel sito di Cirene, secondo la tradizione nel 631 a.C. (Herodotus 4.150-158 e IGCyr2011000, la ben nota iscrizione con il giuramento dei fondatori). Aristoteles diventò re di Cirene con il nome di Battos (Pindarus, Pythia 5.87) e tra il 631 e il 440 a.C. si successero otto re, alternativamente chiamati Battos e Arkesilaos, fino all'uccisione dell'ultimo, Arkesilaos IV (Herodotus 4.159-205).
I Greci fondarono nel corso del tempo altre quattro città. Euesperides fu fondata alla fine del VII secolo a.C., ma ricevette nuovi coloni provenienti da diverse città della Grecia nel 462 a.C. per iniziativa del re Arkesilaos IV di Cirene. Intorno al 250 a.C. il sito fu abbandonato a vantaggio della vicina nuova fondazione di Berenice, dal nome della moglie di Tolemeo III Euergetes re d'Egitto. Taucheira (o Teucheira) era nota per essere stata fondata da Cirene poco dopo il 631 a.C. La città ricevette il nome di Arsinoe, una delle regine d'Egitto con questo nome, durante l'età ellenistica (tra il 322 e il 220 a.C., non necessariamente nel 246 a.C., come si è ritenuto fino a poco tempo fa). Anche l'insediamento noto in epoca arcaica come il 'porto di Barka' fu fondato nel VII secolo a.C., come è attestato dai ritrovamenti archeologici, benché Erodoto assegni la fondazione della stessa Barka (al-Marj) al regno di Arkesilaos II (560-550 B.C.). Il porto divenne una città di nome Ptolemais durante l'età ellenistica, prima del 251 e forse solo dopo il 260. All'inizio del XX secolo gli Italiani fondarono sul sito un nuovo villaggio che divenne noto come Tolemaide, oggi Tulmaytha. Apollonia fu nota per molti secoli come il 'porto di Cirene'. La città può aver ricevuto il suo nome in onore della divinità patrona di Cirene e la sua indipendenza dalla madrepatria nella seconda metà del II secolo a.C.
Dopo la fine della monarchia a Cirene, nella regione ebbero luogo conflitti tra fazioni aristocratiche e popolari da una parte, alleanze tra città diverse e incursioni di Libici dall'altra. Per quel che concerne Cirene, il IV secolo a.C. fu caratterizzato da conflitti politici. Nel 401 a.C. si instaurò con la violenza un regime di tipo democratico: la riconciliazione che ne seguì costrinse gli oligarchici ad un compromesso con i loro oppositori nella forma di una costituzione mista (Diodorus 14.34). Con ogni probabilità è a questa costituzione che appartiene la promulgazione del decreto del IV secolo a.C. che contiene e conserva l'antico giuramento dei fondatori della città (IGCyr2011000). Durante i decenni successivi, forse negli anni sessanta al più tardi, si verificò la dura reazione degli oligarchici, ormai intolleranti di fronte al continuo ampliamento del corpo civico (Aristoteles, Politica, 1319b): un regime fortemente restrittivo con un corpo civico di mille unità fu allora instaurato [Laronde 1987]. Per quel che riguarda Euesperides, per citare il caso più rappresentativo della vulnerabilità degli insediamenti greci della Cirenaica, la città fu attaccata da tribù libiche nel 414 a.C. e fu salvata solo grazie all'arrivo fortuito della flotta spartana comandata da Gilippo e diretta a Siracusa (Thucydides 7.50).
Nel 331 a.C., quando Alessandro il Grande re di Macedonia, nel corso della sua fortunata spedizione in Asia, fondò Alessandria in Egitto e marciò verso l'oasi di Siwa, i Cirenei inviarono una ambasceria con doni per il re (300 cavalli e cinque quadrighe) e furono così risparmiati dal suo intervento diventando suoi amici e alleati (Diodorus 17.49.3; Curtius Rufus 4.7.8).
Dopo la morte di Alessandro nel 323 a.C., la regione fu parzialmente conquistata da un avventuriero spartano, già compagno di Arpalo il tesoriere di Alessandro, di nome Thibron. Una fazione di aristocratici, esiliati da Cirene dai democratici che avevano conquistato il potere nel corso dell'assedio imposto da Thibron, cercarono rifugio e aiuto presso Tolemeo, allora a capo dell'Egitto [Laronde 1987]. Quest'ultimo inviò un esercito guidato da Ophellas. Thibron fu sconfitto, ma i Cirenei persero la loro libertà: il famoso diagramma costituzionale di Tolemeo, che agiva in veste di agente del re di Macedonia, fu imposto - e iscritto - a Cirene (IGCyr2010800) nel 321 o nel 320 a.C.
Cirene e le città greche della Cirenaica furono da quest'epoca in avanti quasi ininterrottamente nelle mani dei Tolemei. Le città erano in effetti controllate da un governatore insediato da Tolemeo e poi dal suo figlio e successore Tolemeo II Philadelphos (Ophellas, 322-308 a.C.; Magas, un figliastro di Tolemeo, dal 308 o dal 300 fino al 258 o al 250 a.C.) o da re della dinastia tolemaica (sebbene esse non fossero sempre controllate da Alessandria). E' nei secoli terzo e secondo a.C. che i Greci furono raggiunti da genti parlanti greco di varia origine portati dai re d'Egitto.
Dopo la morte di Magas, che ad un certo punto aveva preso il titolo regio a Cirene e aveva designato governatori per le altre città, si produssero conflitti che durarono alcuni anni. Cirene e le città greche di Cirenaica furono di nuovo sotto il saldo controllo dei Tolemei nel 246 a.C. con l'ascesa al trono di Tolemeo III Euergetes, che sposò Berenice, la figlia di Magas. Nella iscrizione rinvenuta ad Adoulis OGIS I 54 il re dichiara di aver acquisito la 'Libia' per via ereditaria dal padre [Bagnall 1976].
Solo nel 163 a.C. Cirene cambiò il suo status. Il conflitto tra i re fratelli Tolemeo VI Philometor e Tolemeo VIII Euergetes II portò all'accordo del 163 a.C.: mentre Tolemeo VI doveva essere re d'Egitto e degli altri possedimenti esterni, Cirene diventava il regno di Tolemeo VIII. Un anno più tardi Cirene si ribellò con l'aiuto del governatore a capo dell'intera Cirenaica designato da Tolemeo VIII, Ptolemaios Sympetesis (Polybius 31.18.6-7). La separazione di Cirene finì nel 145 a.C. quando Tolemeo VIII divenne re d'Egitto: rimase infatti nelle sue mani fino alla sua morte nel 116 a.C. Si sa da una iscrizione rinvenuta a Cirene (IGCyr2011200) che il re aveva deciso di lasciare il suo regno a Roma se fosse morto senza eredi. Dato che in effetti lasciò un erede, la Cirenaica rimase ancora in mano tolemaica [Bagnall 1976].
Non c'è accordo tra gli studiosi su chi abbia controllato la regione nell'ultimo quarto del secondo secolo a.C. Nonostante la testimonianza di Giustino (39.5.2) che scrive che Tolemeo VIII lasciò Cirene a Tolemeo Apione, figlio della sua concubina Eirene, le fonti epigrafiche attestano che il figlio legittimo di Tolemeo VIII, Tolemeo IX Soter II, re d'Egitto dal 116 al 108/7 a.C., controllò la Cirenaica fino ad un periodo compreso tra il 104 e il 101 a.C. Secondo le fonti letterarie, Tolemeo Apione morì nel 96 a.C., lasciando la Cirenaica a Roma. La Cirenaica passò allora sotto il potere dei Romani, potere esercitato seriamente solo dopo più di 20 anni.
Alice Bencivenni
Storia degli studi
Viaggiatori e studiosi europei cominciarono a visitare la Cirenaica già nel XVIII secolo, benché la zona, fin dalla sua inclusione nell'impero ottomano nel XVI secolo, fosse di difficile accesso. Come è stato giustamente sottolineato, questi primi viaggiatori erano interessati a copiare iscrizioni come pure - o, a dire il vero, più che - a scoprire antiche rovine [Laronde 1987: 18].
Il console francese a Tripoli, Claude Le Maire, visitò Cirene nel 1706, fece un breve resoconto del suo viaggio e copiò la prima iscrizione, IRCyr2020 C.316 [Le Maire in Lucas 1712; cf. Omont 1902]. Granger, pseudonimo di Félix Tourtachot, un chirurgo francese, andò a Cirene negli anni trenta del XVIII secolo e probabilmente copiò tre iscrizioni che furono poi incluse nelle carte di Michel Fourmont, professore al Collège de France [Laronde 1987: 18-19]. Nel 1817 il medico italiano Paolo Della Cella fu il primo viaggiatore a visitare in modo approfondito le antichità della Cirenaica, descrivendo in particolare Cirene e Apollonia [Della Cella 1819]. Grazie alla sua formazione classica, egli fu in grado di copiare iscrizioni greche e latine. Padre Pacifico da Monte Cassiano visitò la Pentapoli nel 1819 lasciando una breve descrizione del viaggio [pubblicata in Delaporte 1825] e alcune copie di iscrizioni. In seguito, il pittore francese Jean-Raimond Pacho visitò la Cirenaica nel 1824-1825 e il resoconto dettagliato del suo viaggio, pubblicato dopo la sua morte, cita copie di un gran numero di iscrizioni da Cirene, Taucheira e Barka [Pacho 1827]. Questi lavori, insieme ad alcune copie del conte danese J.C. Graber de Hemsö, console a Tripoli, e alcune altre, forse quelle di Padre Pacifico, trasmesse a Pietro Negri, console di Sardegna a Tripoli, furono essenziali per l'edizione delle iscrizioni greche della Cirenaica incluse da Johannes Franz e August Boeckh nel terzo volume del Corpus Inscriptionum Graecarum (CIG) [Berlin 1853: pars XXXI nos. 5129-5362b].
La spedizione sponsorizzata dalla British Admiralty nel 1822 e guidata dai fratelli Frederick e Henry Beechey ebbe, come risultato fondamentale, l'elaborazione di due importanti mappe di Cirene [Beechey – Beechey 1828: 404-405; 430-431]. In conseguenza di questo viaggio, il console britannico a Tripoli W. Warrington inviò nel 1826 e nel 1827 due spedizioni guidate dai suoi figli Frederick e H. George Warrington con lo scopo dichiarato di raccogliere antichità: cinque casse, inclusa una iscrizione, arrivarono in Inghilterra [Luni 1998: 336]. Al vice-console francese a Tripoli e poi a Benghazi Jean Vattier de Bourville fu assegnata dal suo governo una missione; nel 1847-1848 rilevò alcune iscrizioni nel corso dei suoi scavi a Benghazi, Cirene e Ptolemais (dove rimosse dal muro della fortezza l'iscrizione dell'imperatore bizantino Anastasio ora al Louvre): queste iscrizioni, di cui fu data comunicazione da A.-J. Letronne [Letronne 1828; Letronne 1848-1849] e che furono ripubblicate da Vattier de Bourville [Vattier de Bourville 1850], furono inserite negli Addenda del quarto volume del (CIG) [Berlin 1859].
La prima spedizione 'scientifica' che scavò in Cirenaica fu quella condotta da R. Murdoch Smith e Edwin A. Porcher nel 1860-1861 [Kenrick 2013]. Essi cominciarono a scavare a Cirene a loro spese, ma in seguito furono sovvenzionati dal governo inglese: circa trenta nuovi testi furono allora scoperti.
Queste nuove iscrizioni greche furono incluse in due importanti collezioni epigrafiche che ne diffusero la conoscenza: nel 1905, Sammlung der griechischen Dialekt-Inschriften (SGDI), di Hermann Collitz e Friedrich Bechtel (III.2, 4833-4870) e, nel 1923, Dialectorum graecarum exempla epigraphica potiora (DGE), di Eduard Schwyzer.
La successiva spedizione autorizzata a Cirene fu condotta dagli Americani con Richard Norton nel 1910-1911: l'epigrafista del gruppo, Herbert de Cou, fu ucciso per ragioni ignote sullo scavo (11 marzo 1911). Il promettente lavoro della squadra è testimoniato da Inscriptions from the Cyrenaica pubblicato da D.M. Robinson nell'American Journal of Archaeology del 1913 [17, Robinson 1913: 157-200; alle pagine 193-200 le correzioni del CIG che seguono le note di H. de Cou].
Nello stesso 1910 l'archeologo italiano Federico Halbherr aveva condotto una spedizione in Libia con il supporto del governo italiano e il consenso dei Turchi: Gaetano De Sanctis faceva parte della squadra. Molti apografi di iscrizioni redatti da Halbherr si trovano nel fondo conservato presso l'Accademia Roveretana degli Agiati [Paci 1991].
Dopo l'invasione della Libia nel 1911, gli Italiani cominciarono a scavare regolarmente alla ricerca delle antichità cirenaiche, concentrandosi soprattutto a Cirene, ma anche a Ptolemais e Apollonia, dal 1912 al 1942. Nel 1912 fu creata sul posto la Soprintendenza per le Antichità della Cirenaica e dal 1925 in avanti una Missione Straordinaria fu solita lavorare durante l'estate. Benché collegati con una occupazione militare che produsse inevitabili episodi irrispettosi della conservazione dei resti archeologici, questi scavi regolari portarono un contributo fondamentale alla conoscenza dei siti e della loro epigrafia.
Un gran numero di importanti pubblicazioni apparvero in questo periodo nel Notiziario Archeologico (1915-1927) e nella serie Africa Italiana (1927-1941). Già nel 1925 Silvio Ferri pubblicò alcune grandi iscrizioni come il diagramma di Tolemeo (IGCyr2010800) e nel 1928 un numero speciale della Rivista di Filologia e di Istruzione Classica fu interamente dedicato alle iscrizioni di Cirene. Negli anni 1932-1936 furono pubblicati i fondamentali due volumi Documenti antichi dell'Africa italiana di Gaspare Oliverio [Oliverio 1932-1933; Oliverio 1933-1936].
Già in questa epoca si sentì la necessità di un corpus dedicato alle iscrizioni greche della Cirenaica. J.J.E. Hondius raccolse un primo gruppo di iscrizioni nel Supplementum Epigraphicum Graecum (SEG), volume 9.1 (1939), e un secondo nel volume 9.2 (1944). Benché corredata da un indice, questa pubblicazione comprensiva di tutti i testi editi negli anni 1912-1935 non può essere considerata un vero corpus - né fu concepita come tale - a causa della mancanza di immagini e di verifiche di lettura sulle pietre [Laronde 1987: 19-20].
Gli eventi della Seconda Guerra Mondiale arrestarono l'attività archeologica nella zona e posero fine all'occupazione italiana. Gaspare Oliverio, che morì nel 1956, non riuscì a pubblicare le iscrizioni rinvenute negli anni immediatamente precedenti la guerra. Il suo Supplemento epigrafico cirenaico (SECir) fu edito da Giovanni Pugliese Carratelli e Donato Morelli solo nel 1961-1962.
L'amministrazione militare britannica, responsabile della Cirenaica fino alla creazione dello stato sovrano di Libia da parte delle Nazioni Unite alla fine del 1951, conservò la struttura della Soprintendenza per le Antichità della Cirenaica. L'attività degli archeologi britannici, in particolare di quelli che lavoravano presso la British School di Roma, divenne intensa. John Ward-Perkins, il Direttore, e Joyce M. Reynolds, una allieva della scuola, cominciarono a viaggiare nella regione e nel 1952 pubblicarono le Inscriptions of Roman Tripolitania [Reynolds – Ward-Perkins 1952]. L'ispettore della Soprintendenza nel periodo 1953-1966 era l'inglese Richard Goodchild che condusse scavi a Taucheira, a Ptolemais, a Cirene e in alcuni villaggi rurali. Molte iscrizioni greche e latine furono rinvenute e pubblicate da Goodchild stesso, da solo o in collaborazione con Joyce Reynolds. Un corpus delle iscrizioni del periodo romano fu allora progettato per la prima volta, ma non ha mai visto la luce. I meriti di Richard Goodchild comprendono il rinnovato coinvolgimento negli scavi degli Italiani guidati da Sandro Stucchi come pure la sollecitazione di altre spedizioni straniere (gli Americani a Ptolemais, i Francesi ad Apollonia) e l'addestramento di archeologi libici. Il lavoro di questi anni e il coinvolgimento attivo del Dipartimento delle Antichità locale può essere apprezzato negli atti della Historical Conference Libya in History tenuta alla University of Libya [Benghazi 1968] e negli articoli della nuova rivista Libya Antiqua (Tripoli, dal 1964). Dal punto di vista epigrafico, occorre citare Inscriptions from Cyrene pubblicato da Peter Marshall Fraser nel 1958 [Fraser 1958] e i lavori di Lidio Gasperini [Gasperini – Stucchi 1965; Gasperini 1967], l'epigrafista della missione italiana guidata da Stucchi.
Dopo la rivoluzione del 1969 e l'avvento al potere di Muammar Qadhafi, il Dipartimento delle Antichità ha continuato a funzionare accanto a molte missioni straniere, sebbene senza l'opportunità di avviare iniziative autonome come al tempo di Goodchild [Kenrick 2013: 17]. Una missione americana ha lavorato a Cirene nel santuario di Wadi Bil Gadir dal 1969 al 1978: le iscrizioni rinvenute sono state pubblicate da Joyce Reynolds [Reynolds 2012]. Dopo la morte di Stucchi, la missione italiana a Cirene è stata diretta da Lidiano Bacchielli (1991-1996) e da Mario Luni (1996-2014), con la collaborazione epigrafica di Lidio Gasperini, Gianfranco Paci e Silvia Maria Marengo. Più di recente, gli epigrafisti Emilio Rosamilia e Stefano Struffolino hanno collaborato con le missioni delle Università di Urbino (direzione Oscar Mei), di Chieti (Olivia Menozzi) e della Campania (Serena Ensoli). Dal 1976 una missione francese ha condotto scavi ad Apollonia sotto la direzione di François Chamoux (fino al 1981), André Laronde (1981-2011) e ora Vincent Michel. Catherine Dobias-Lalou ha studiato le iscrizioni come membro della missione fin dai suoi esordi. Missioni inglesi hanno lavorato a Benghazi, una nell'area di Berenice dal 1971 al 1975, un'altra ad Euesperides dal 1995 al 2006, mentre una missione polacca sta lavorando a Ptolemais dal 2001.
Alcune rilevanti pubblicazioni sono apparse negli anni settanta e ottanta del secolo scorso. Per citare solo le più importanti per la conoscenza di nuove iscrizioni greche e il miglioramento di vecchie edizioni, occorre menzionare i due volumi di J. Boardman, J. Hayes, Excavations at Tocra 1963-1965 [Boardman – Hayes 1966; Boardman – Hayes 1973]; la fondamentale monografia Cyrène et la Libye hellénistique. Libykai historiai de l'époque républicaine au principat d'Auguste del compianto André Laronde [Laronde 1987]; l'articolo Les comptes de démiurges à Cyrène di François Chamoux [Chamoux 1988].
Gli ultimi 35 anni hanno visto l'aumento delle ricerche dedicate a specifici temi riguardanti la storia della regione: gli eventi politici e militari, la composizione dell'antica popolazione della Cirenaica, i contatti con altre genti del mondo mediterraneo, le istituzioni, i culti, la prosopografia e l'onomastica, il dialetto, i numerali cirenei, l'archeologia e la topografia; contemporaneamente molte nuove iscrizioni sono state pubblicate in sedi diverse [cf. le rassegne bibliografiche apparse in Quaderni di Archeologia della Libia e nella serie L'Africa romana]. L'edizione di un vero e proprio corpus aggiornato delle iscrizioni della Cirenaica greca non poteva più essere rinviata.
Il gruppo di ricerca responsabile dei due corpora IGCyr-GVCyr e, in particolare, l'epigrafista principale del progetto Catherine Dobias-Lalou vantano una lunga tradizione di studi dedicati alla Cirenaica. Membro della missione archeologica francese in Libia dal 1976, Catherine Dobias-Lalou ha regolarmente visitato la regione fino alla rivoluzione del 2011. Il suo interesse per le iscrizioni della Cirenaica è cominciato già negli anni settanta. Ha scritto molti articoli nel corso degli anni ottanta e novanta riguardanti il linguaggio delle iscrizioni greche, l'onomastica cirenea, il confronto tra il dialetto cireneo e la koiné attestata in Cirenaica in età ellenistica come pure il vocabolario proprio dei testi metrici cirenei. Nel 2000 è uscita la fondamentale monografia Le dialecte des inscriptions grecques de Cyrène. Altri campi di ricerca hanno nel frattempo arricchito il suo fruttuoso impegno riguardo alle iscrizioni cirenee accanto all'interesse linguistico mai sopito, come provano gli articoli su alcuni testi importanti e le pubblicazioni di inediti. Catherine Dobias-Lalou è anche responsabile dal 1988 della sezione Cyrénaïque et Afrique Mineure del Bulletin épigraphique nella Revue des études Grecques. Gianfranco Paci e Silvia Maria Marengo hanno entrambi considerevolmente fatto progredire gli studi epigrafici sulla regione, il primo grazie al suo lavoro sul campo e alle sue pubblicazioni di inediti, la seconda grazie al suo imprescindibile Lessico delle iscrizioni greche della Cirenaica [Marengo 1991] e a diversi articoli su iscrizioni già note o inedite. Lucia Criscuolo, storica e papirologa, si è occupata della Cirenaica nel corso dei suoi studi sul regno dei Tolemei e ha contribuito alla interpretazione delle più importanti iscrizioni storiche di Cirene.
Subito dopo la rivoluzione sembrava che la Libia stesse «andando incontro ad un'era di cambiamento senza precedenti» e si poteva «sperare davvero che questo» avrebbe portato «nuovi vantaggi sia all'archeologia sia al turismo, e che ciò» avrebbe condotto «i Libici stessi ad un livello di comprensione pubblica delle storia e della archeologia che essi non avevano mai potuto sperimentare in precedenza» [Kenrick 2013: 17; trad. AB]. Il progetto IGCyr è stato avviato in quello stesso periodo, in quello stesso spirito. Ecco come abbiamo concluso il nostro commento nel 2017: «A partire dal 2013 tutto è molto incerto, le spedizioni archeologiche sono impossibili, la maggior parte delle sedi diplomatiche è chiusa o spostata all'estero. Ora gli studiosi, ai quali si impedisce di andare in Libia, possono comunque fare il punto sul loro lavoro e aspirano a renderlo completamente disponibile ancor più che nel passato, nella speranza di fornire una risorsa utile agli studi futuri sulla Libia».
Post scriptum 2023: dodici anni dopo la rivoluzione del 2011, la situazione in Libia non è ancora sicura. I membri del Dipartimento delle Antichità sono profondamente impegnati nella loro missione di conservazione, ma devono affrontare un'enorme sfida, dovendo combattere i pericoli che provengono sia dall’uomo sia dalla natura: nuove costruzioni in aree teoricamente protette dall’Unesco e scavi clandestini sono una costante fonte di preoccupazione, mentre i membri delle missioni straniere, se ricevono il permesso, possono rimanere solo per un tempo limitato e non possono fornire tutto l'aiuto che vorrebbero. Tuttavia, grazie alle nuove tecnologie di comunicazione, i contatti non si sono mai interrotti e la collaborazione rimane attiva, producendo pubblicazioni sulla rivista del Dipartimento, Libya Antiqua. E la collaborazione tra le missioni estere non è mai stata così forte come in questi anni difficili, come dimostra il rinnovato corpus qui presentato. La volontà di dare un contributo comune alla ricerca epigrafica sulla Libia ha dato vita a una rete internazionale (Libyan Epigraphy Research Network: LERN), che va oltre la vecchia struttura InsLib e dovrebbe garantire la continuità dei corpora e il suo progressivo aggiornamento su base volontaria.
Alice Bencivenni